domenica 7 ottobre 2007

Eddie Vedder e i Pearl jam... lo spirito del Rock!

Ragazzi che dire? che é una delle più grandi Band dei tutti i tempi, una delle poche capaci di andare contro corrente e anteporre alle scelte discografiche la propria musica senza compromessi, senza imposizioni... questi sono i Pearl jam! Sarebbe difficile etichettarli in un genere definito e questo sia perché vantano una carriera ventennale in cui sono stati frequenti i cambi di direzione stilistici e sia perché non hanno disdegnato neanche la via dello sperimentale; una cosa é certa, nascono nella culla del grunge: Seattle e gìà dagli esordi si affermano come una delle maggiori formazioni nel settore assieme ai Nirvana, Alice in chains e Soundgarden.

Nel 1991 viene pubblicato il loro primo lavoro: "Ten", siamo in piena clima grundge ed infatti i temi trattati sono quelli classici come la solitudine, depressione nel tentativo di dare una voce ai giovani vittime di quella indifferenza sociale e di quella mancanza di ideali che erano costretti a subire e che caratterizzava l'epoca: il disagio adolescenziale aveva una voce, ma al contrario i Pearl jam interpretano il tutto attraverso sfumature Hard rock, il disagio lo "gridano con rabbia" e fondamentale in questo sono le doti canore di Eddie Vedder, un timbro basso e raschiato in grado di rendere al meglio i contenuti, brani come "Even flow", "Jeremy", "Black", "Alive" sono capolavori che si commentano da soli.

Nel 1993 è la volta di "Versus", uno degli album che ha venduto più copie dei Pearl jam e forse anche il più introspettivo, la ricerca dell'immediatezza in cui si focalizzano l'adolescenza infelice e incompresa, insicurezze e rimorsi, ma anche temi politici contro la polizia; ma proprio in questo periodo emerge la piena maturità di un gruppo che si concentra sulla propria musica e decide di andare controcorrente, di fare a meno di Mtv, di non pubblicare alcun videoclip, di impegnarsi per l'abbassamento dei prezzi dei biglietti attraverso battaglie legali...
Con versus i Pearl jam spezzano gli equilibri di Ten e si caricano di venature punk e questo appare evidente da pezzi quali "Go", "Animal" e allo stesso tempo smorzano i toni con ballate folk come “Daughter”, “Indifference”, insomma Versus rappresenta gli eccessi, il volere spezzare equilibri, superare i propri limiti.

1994, viene pubblicato "Vitology", quest'album è l'album dei ricordi, della memoria, Eddie si chiude in se stesso, ricorda l'amico Kurt Cobain tragicamente scomparso ("Immortality"), si scaglia contro la stampa e tutti coloro che non amano la band ("Not for you"), contro il successo ("Corduroy"), fabbrica alcune tra le migliori ballate rock della band: "Nothingman", "Betterman"; é forse l'album più maturo, pubblicato all'apice del loro successo e allo stesso tempo in un periodo in cui il mondo della musica era lacerato dalla morte di Kurt Cobain, evento che mise a nudo la fragilità di un sistema in cui l'apparire era più importante della musica stessa.

Con gli album No Code e Yield la band ritrova un equilibrio e decide di muoversi verso la sperimentazione con il primo che spezza con le sonorità degli esordi e succesivamente si riavvicina alle stesse con Yield, "Given To Fly" e la ballata "Wishlist", "Do The Evolution".

Nel 2000 Binaural, quest'album prende il nome da un tipo particolare di registrazione che ha come obiettivo la riproduzione acustica fedele della registrazione, una reale registrazione della percezione umana; Binaural é un altro buon lavoro dei Pearl jam in cui la rabbia e l'ira si alternano alla calma di splendide ballate rock, una ricerca maniacale del suono per alcuni ha significato una perdità di spontaneità da parte del gruppo ma é innegabile la maturità raggiunta e il livello tecnico di brani quali "Light years", "Grievance", "Thin air".

Ma veniamo a Riot Act, cosa ci si potrebbe aspettare da un album con un nome come "Atto di Rivolta"?? ebbene si, i Pearl jam vogliono esprimersi senza mezzi toni, brani di un punk-rock rabbioso come "Save you" lo testimoniano ma in realtà questo non avviene solo attraverso le note ma anche nelle liriche di Vedder esaltate ancora di più dalle atmosfere minimaliste delle ballate; in questa "rivolta" si esprime anche un pensiero politico antigovernativo nei confronti di Bush, pensiero che scatenò ovviamente accese polemiche nei loro riguardi.

Ma se con Riot Act cominciavano a prendere forma posizioni e impegni politici con questo loro ultimo lavoro ("Pearl jam") si consolidano in un punk-rock energico, feroce e questo per via di scelte sbagliate dell'amministrazione Bush, per via della tragedia dell'undici settembre, non c'è più spazio per fronzoli e mezzitoni: “Life Wasted”, “Worldwide Suicide” e “Comatose”, ne sono un esempio.

I critici e i fan sono spesso divisi dalle scelte stilistiche della band che nonostante tutto continua a calcare la scena da quasi un ventennio, continua ad influenzare gruppi punk-rock e post-grundge, continua ad impegnarsi per cambiare in meglio un mondo in degrado attraverso la musica, una band che vuole essere ricordata "solo" per la propria musica, che altro non é che la propria interiorità e di questi tempi non é così univoca la relazione!


nome: Pearl jam
luogo: Seattle, Washington
genere: Grundge, Hard Rock
componenti: Eddie Vedder (voce e chitarra), Stone Gossard (chitarra), Mike McCready (chitarra), Jeff Ament (basso), Matt Cameron (batteria), Kenneth Gaspar (tastiere).
discografia: Ten (1990 Epic), Vs (1993 Epic), Vitalogy (1994 Epic), No code (1996 Epic), Yield (1998 Epic), Binaural (2000 Epic), Riot Act (2002 Epic), Pearl jam (2006 J Records).

"Jeremy" tratta dall' album "Ten":


"Black" tratta sempre dall' album "Ten":

venerdì 5 ottobre 2007

L' alternative rock statunitense "in tre parole"... 3 Doors down

La band si forma nel 1994, nella piccola Escatawpa nel Mississipi quando Brad Arnold all'epoca batterista decide di cantare provvisoriamente in attesa di un cantante definitivo che viste le sue doti canore non sarebbe stato più necessario; assieme a Matt Roberts (chitarra), Chris Henderson (chitarra), Todd Harrell (basso), Greg Upchurch (batteria) i 3 Doors down erano così al completo e potevano incidere il loro primo album "The better life" uscito nel 2000 sotto etichetta Universal Records.

E' sorprendente come già all'esordio siano stati capaci di trovare un sound così potente e coinvolgente, senza parlare delle abilità vocali del cantante "improvvisato" Brad Arnold capace di trovare linee melodiche molto orecchiabili e quindi efficaci, tutto questo appare evidente all'ascolto di alcuni brani come Loser, Duck and Run, By My Side , Not Enough.

nel 2002 esce il loro secondo lavoro "Away from the sun", anche questo manteneva uno stile solido ma al tempo stesso la band sembrava adattarsi al mercato con una modesta commercializzazione, i singoli Here Without You e When I'm Gone furono i singoli di maggior successo; nel 2005 é la volta di Seventeen days con brani quali Let Me Go, Behind Those Eyes, Landing in London e sempre nello stesso anno avviene uno scambio di batteristi: Adair lascia la band per andare nei Nichelback e prende il suo posto Greg Upchurch dai Puddle of mudd.

A mio parere, al di là del fatto che possa non essere tra le band più innovative nel genere, penso che sia una band che ha trovato un giusto equilibrio, uno stile maturo capace di farsi apprezzare sin dal primo ascolto e di non stancare nel tempo, ricordo ancora quanto al primo ascolto di "Loser" ne rimasi colpito e decisi di approfondire la conoscenza di un gruppo con un così forte impatto emotivo...


nome: 3 Doors down
luogo: Florida, Orlando
genere: Alternative rock
componenti: Matt Roberts (chitarra), Chris Henderson (chitarra), Scott Phillips (batteria), Todd Harrell (basso), Brad Arnold (voce).
discografia: The better Life (2000 Universal Records), Away from the sun (2002 Universal Records), Seventeen Days (2005 Universal Records),

Qui potete ascoltare un brano tratto dall'album The better Life "Loser":


"Here without you" da Away from the sun:

Dalle ceneri di Creed e Mayfield four... vi presento gli Alter bridge!

Gli Alter bridge trovano le loro origini in due band post-grunge: Creed e Mayfield four, oggi si parla di Nu-Rock o Post-grunge moderno ma appare evidente all'ascolto che una chiara distinzione tra i due generi é difficilmente attuabile, ad ogni modo le radici di questo gruppo affondano nel Grunge post-Nirvana.

Nel 2004 i Creed si sciolgono dopo aver venduto circa 11 milioni di copie nel 1999 con "Human Clay" e dopo aver inciso il loro ultimo lavoro "Wheathered" nel 2001; indubbiamente il peso del successo improvviso ha logorato la creatività dei componenti ed allo stesso tempo esasperato rapporti già tesi all'interno del gruppo ed infatti Mark Tremonti e Scott Phillips rispettivamente ex bassista/chitarrista e batterista dei Creed decidono di percorrere altre strade, di intraprendere un nuovo progetto in grado di esprimere al meglio le loro capacità artistiche e allo stesso tempo sottrarsi alle logiche di mercato, richiamano così il bassista Brian Marshall e per il cantante la scelta ricade su Myles Kennedy ex cantante dei Mayfield four, nascono così gli Alter bridge.
Nel 2006 vede la luce il loro primo lavoro "One day remains" pubblicato dall'etichetta Wind-up che riscuote un discreto successo grazie a brani quali: "Broken wings", "In Loving Memory", "Open Your Eyes", "The End Is Here"; nel 2007 il grande passo, lasciano la Wind Up e pubblicano il loro secondo album "Blackbrid" con la Universal Records.

Ho trovato molto piacevole l'ascolto di questa band, mi ha colpito particolarmente il brano "Broken wings" e penso che siano molto validi anche dal punto di vista tecnico, arrangiamenti di Tremonti notevoli senza alcun eccesso e molto dotato anche il cantante Kennedy che riesce a coprire tre ottave senza alcuno sforzo con discreta modulazione.

nome: Alter Bridge
luogo: Florida, Orlando
genere: Post grunge moderno
componenti: Mark Tremonti (chitarra), Scott Phillips (batteria), Brian Marshall (basso), Myles Kennedy (voce e chitarra).
discografia: One day remains (2006 Wind Up), Blackbird (2007 Universal Records).

Qui potete ascoltare una versione acustica di "Broken wings":



"In loving memory" tratta sempre dall' album "One day remains":







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